Cooperativa Lotta contro l’Emarginazione
Cooperativa Lotta contro l’Emarginazione nel 2025 ha compiuto 45 anni! Nata con i temi della salute mentale, negli anni ha attraversato le sfide e le novità dei cambiamenti sociali e del welfare regionale e nazionale diventando una realtà multiforme. Oggi interviene nei settori delle dipendenze e consumi giovanili, salute mentale, disabilità, protagonismo giovanile, vulnerabilità sociale, maltrattamento, infanzia, immigrazione e tratta degli esseri umani, scuola, Hiv, penale minorile, esecuzione penale interna ed esterna e lavora nelle aree territoriali di Milano, Monza e Brianza, Varese, Sondrio, Como, Brescia e Piacenza.
Parole chiave: prevenzione e cultura!
E’ ormai dimostrato che la violenza di genere affonda le sue radici prima di tutto in un contesto culturale permeato da stereotipi ed abitudini consolidate. Prima di essere un fatto concreto di esercizio della violenza nelle sue diverse forme- fisica, psicologica, economica- di un uomo nei confronti di una donna, è un aspetto culturale.
Per pensare di riuscire ad invertire la rotta e diminuire (se non addirittura eliminare) l’esercizio di questa violenza, oltre a garantire l’accoglienza delle donne vittime di maltrattamento, è necessario contemporaneamente lavorare in termini preventivi.
Con la raccolta fondi che faremo grazie alla Milano City Marathon vogliamo portare nella zona Nord di Milano un progetto di prevenzione che abbiamo sperimentato e modellizzato sul territorio varesino negli ultimi due anni.
Lavoreremo con bambini e bambine, ragazzi e ragazze dai 3 ai 18 anni.
Lavoreremo con classi dall’infanzia alle superiori: più fondi raccoglieremo maggiore sarà il numero delle classi in cui potremo realizzare il nostro progetto!
Il progetto che intendiamo sostenere prevede due anni di lavoro con ogni gruppo classe: il primo anno si affrontano i temi legati agli stereotipi e ruoli di genere, andando riconoscere quegli elementi culturali dentro i quali si annidano dinamiche di disparità e prevaricazione tre le persone nelle dinamiche relazionali; il secondo anno si lavora sui cambiamenti, sulla possibilità di sperimentare atteggiamenti e comportamenti liberi dalla violenza, liberi dalla prevaricazione, in relazioni paritarie che tengono conto del consenso delle persone.
Perché la scuola?
Il contesto scolastico rappresenta uno spaccato di normalità e quotidianità che pochi altri luoghi hanno: estrazioni sociali diverse, differenti provenienze culturali – è possibile raggiungere una quota di popolazione generale senza alcun filtro di categorie sociali.
Minore è l’età delle persone destinatarie, minore è la sedimentazione degli stereotipi di genere, maggiore è la disponibilità a mettere in gioco la propria immaginazione, creatività, spontaneità: intercettare in fase precoce la formazione del pensiero critico aumenta la possibilità di incidere in modo positivo su rappresentazioni e comportamenti.
Tra l’ultimo anno della scuola primaria e il passaggio verso la scuola secondaria di primo grado si colloca il momento in cui maggiormente ragazzi e ragazze sono influenzati dalla cultura “patriarcale” e tendono a uniformarsi a codici di comportamento stereotipati per ottenere un maggiore e più semplice riconoscimento sociale: introdurre la possibilità di una riflessione critica verso una cultura di prevaricazione aiuta ragazzi e ragazze a prendere le distanze dall’immaginario collettivo che li spinge verso categorie standard e stereotipate nella relazione tra i generi.
L’adolescenza è una fase in cui la pressione del gruppo di pari e il suo potere di influenzamento raggiunge la massima espressione: in questa fase l’opinione del gruppo dei pari è quella più rilevante nell’orientare i comportamenti. La capacità dei pari di portare la propria esperienza e competenze all’interno delle classi potenzia il messaggio di prevenzione e favorisce l’attivazione verso altri dei gruppi di appartenenza.
Adulti e comunità
Gli adulti che gravitano attorno al mondo della scuola percepiscono solo in parte il proprio condizionamento dalla cultura degli stereotipi e della violenza nelle relazioni. Se opportunamente stimolati cercano di attivare strategie alternative nell’approccio con bambine e bambini, ragazze e ragazzi. Anche insegnanti e genitori hanno la necessità di essere accompagnati in un percorso di consapevolezza che permetta loro di rappresentarsi in modo concreto delle pratiche di lavoro orientate alla parità di genere, contro la prevaricazione tra i generi di cui talvolta sono inconsapevolmente portatori.












